giovedì 9 giugno 2011

Atalanta - Milan Gennaio 2008

Egregio signor Milan.

 Non tutti i mali vengono per nuocere e, in questo senso, il rinvio di novembre mi offre l’opportunità di reiterare le mie giuste pretese.

Capisco che avete capito, ma, repetita juvant. Inoltre, mi rimane sempre il dubbio che la squadra che ha inventato il turnover cambi continuamente gli addetti stampa, rendendo ogni mia nuova, appunto, come tale: nuova.

Uno dei pochi aspetti piacevoli del morbo di Alzheimer è che ogni giorno conosci persone nuove.
 
Ecco, voi siete la squadra con l’Alzheimer. Dimenticate istantaneamente tutto.

 Questo è il motivo per il quale vi sentite in obbligo di vincere le Coppe. Così vi lasciano una copia e quando la vedete in bacheca vi sovvenite del perché si trova lì.

Malauguratamente, i furti commessi non lasciano tracce, poiché la natura stessa del rubare presuppone la sparizione del maltolto che tecnicamente si definisce Corpo del Reato.

Ed ecco che qui entro in scena io. Come i Frati Benedettini che si salutano la mattina con la frase “Ricordati che devi morire, Fratello”, il sottoscritto, alla veglia di ogni incontro fra la Regina delle Provinciali e la Regina delle Appropriazioni Indebite, postula la causa della rimessa laterale furtata con destrezza e mai resa.

Domani cade il 18° avversario. L’Usucapione scatto dopo 20 anni, se non interrotta da contestazioni formali. Devo dunque mandarvi una raccomandata? E se non la ritirate, credendola una missiva della procura per i bilanci truccati? Non forzatemi a tanto! Restituite la rimessa e non ne parliamo più.

Tra l’altro, giusto ieri, su Libero, è comparso il seguente articolo, a firma di Giovanni Longoni, che da oggi è il mio Eroe:

Signori si nasce, ricchi si diventa», disse Cesare Prandelli dopo un'Atalanta-Milan di Coppa Italia giocata il 24 gennaio del 1990. I rossoneri, forse qualcuno ricorderà, passarono il turno con un rigore ottenuto in modo poco cavalleresco (non restituirono il pallone calciato fuori da Stromberg perché si potesse soccorrere Borgonovo infortunato). Prandelli, allora giocatore nerazzurro ma con un passato nella Vecchia Signora, voleva ricordare lo stile Juve alla giovane superpotenza calcistica, il Milan berlusconiano affamato di successi.”

 Vedete cosa succede? Che la gente ricorda e vi sfrutta come cattivo esempio.


Per il bene di tutti, fate ammenda e dite a Pato, che non era ancora nato (Rima involontaria ma gustosa) di portarsi sopra il Prato e rendere il corpo del Reato.

 Ora ve l’ho messa in Poesia.

 La prossima volta Canto.


Con stima affetto ammirazione rispetto considerazione… lasciamo stare.

Mauro Andreini




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